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babylon magazine

stefano gaspari

8.5 / 10.0

 

 

Erano mesi... ma che dico mesi, anni che non avevo un'erezione per un disco crossover di tale potenza, complessità, efficacia, originalità. I londinesi Miocene non sono nuovi da queste parti e ci hanno già deliziato con due uscite davvero degne di menzione, anche se l'Italia non ha ancora avuto modo di apprezzarli.

Questa "vita perfetta con vista su palude" gode finalmente di una distribuzione anche da noi, e non ci sono più scuse. C'è chi dice che il genere sia morto; falso. La scena mainstream, le "smiliardate" da parte delle major... queste cose sì, sono finite, e meno male. Tolto il grosso, non ci resta che navigare in un mare di band insulse, e goderci le poche perle rimaste fra cui, appunto, i Miocene.

Si parte senza compromessi di sorta alcuna: potenza trasversale e ritmiche dispari esplodono dalle casse con la prima durissima overture, ipotetico incontro tra digressioni tooliane (influenza fortissima e prioritaria) e rabbia metropolitana à la Downset. Si continua senza pietà, ma non tardano a farsi vive le influenze che già precedentemente i Miocene avevano dimostrato di avere, assimilate nel contesto di questo terzo full length con maturità e dignità artistica.

Parlo di elettronica, dei mostri sacri che l'elettronica l'hanno reinventata nell'ultimo decennio, di chi ha davvero inventato suoni nuovi, di chi seriamente propone qualcosa di alieno... un Aphex Twin qualunque, per capirci. E' così che nel più completo rispetto della geniale scena drum'n'bass anglosassone, i Miocene sporcano i loro brani con decine di loop e sonorità aliene, ritmiche impossibili e deviazioni sonore da mal di testa. Si torna su spiagge durissime con "Autopia", memore dei Tool più furiosi e dopo un breve intermezzo, atmosfere in crescendo ci circondano in "The Factor", nervosissima e testimone di come sia ancora possibile proporre musica dura tecnicamente non impossibile da seguire (vedi Meshuggah, vedi Dillinger Escape Plan).

Ottimo il lavoro di Ben alle voci, multiformi e dagli umori imprevedibili e impeccabile la struttura melodica delle composizioni, che vanno a guardare a 360°. "The Fall", ovvero drum'n'bass (splendido il loop di batteria/basso sorretto da tastieroni che solo I Faith No More...) è solo un altro esempio di cosa questi Miocene son capaci di fare.

Ma non voglio annoiarvi oltre, avete già capito che questo album è imperdibile. Se è musica complessa quella che cercate, aggressiva, melodica, mai ruffiana e mai clone, avete trovato la band che fa al caso vostro.

 

 


 


 

 

(c) & (p) 2005 www.miocene.org & www.danielemile.co.uk