Erano mesi... ma che dico
mesi, anni che non avevo un'erezione per un disco crossover di
tale potenza, complessità, efficacia, originalità. I londinesi
Miocene non sono nuovi da queste parti e ci hanno già
deliziato con due uscite davvero degne di menzione, anche se
l'Italia non ha ancora avuto modo di apprezzarli.
Questa "vita perfetta con
vista su palude" gode finalmente di una distribuzione anche da
noi, e non ci sono più scuse. C'è chi dice che il genere sia
morto; falso. La scena mainstream, le "smiliardate" da parte
delle major... queste cose sì, sono finite, e meno male. Tolto
il grosso, non ci resta che navigare in un mare di band
insulse, e goderci le poche perle rimaste fra cui, appunto, i
Miocene.
Si parte senza
compromessi di sorta alcuna: potenza trasversale e ritmiche
dispari esplodono dalle casse con la prima durissima overture,
ipotetico incontro tra digressioni tooliane (influenza
fortissima e prioritaria) e rabbia metropolitana à la Downset.
Si continua senza pietà, ma non tardano a farsi vive le
influenze che già precedentemente i Miocene avevano dimostrato
di avere, assimilate nel contesto di questo terzo full length
con maturità e dignità artistica.
Parlo di elettronica, dei
mostri sacri che l'elettronica l'hanno reinventata nell'ultimo
decennio, di chi ha davvero inventato suoni nuovi, di chi
seriamente propone qualcosa di alieno... un Aphex Twin
qualunque, per capirci. E' così che nel più completo rispetto
della geniale scena drum'n'bass anglosassone, i Miocene
sporcano i loro brani con decine di loop e sonorità aliene,
ritmiche impossibili e deviazioni sonore da mal di testa. Si
torna su spiagge durissime con "Autopia", memore dei Tool più
furiosi e dopo un breve intermezzo, atmosfere in crescendo ci
circondano in "The Factor", nervosissima e testimone di come
sia ancora possibile proporre musica dura tecnicamente non
impossibile da seguire (vedi Meshuggah, vedi Dillinger Escape
Plan).
Ottimo il lavoro di Ben
alle voci, multiformi e dagli umori imprevedibili e
impeccabile la struttura melodica delle composizioni, che
vanno a guardare a 360°. "The Fall", ovvero drum'n'bass (splendido
il loop di batteria/basso sorretto da tastieroni che solo I
Faith No More...) è solo un altro esempio di cosa questi
Miocene son capaci di fare.
Ma non voglio annoiarvi
oltre, avete già capito che questo album è imperdibile. Se è
musica complessa quella che cercate, aggressiva, melodica, mai
ruffiana e mai clone, avete trovato la band che fa al caso
vostro.